Sette anni fa, nell’estate del 2018, un caso di presunta violenza sessuale di gruppo, soprannominato dalla stampa “lo stupro di Menaggio”, scosse l’opinione pubblica. Nella notte tra l’8 e il 9 agosto, due ragazze di 17 anni in vacanza a Menaggio, sul Lago di Como, denunciarono di essere state vittime di violenza sessuale da parte di tre uomini. Nel processo che ne seguì, il giovane malenco Nicholas Pedrotti, uno degli accusati, venne condannato a 7 anni di reclusione mentre gli altri due imputati, Emanuel Dedaj e Gheorghe Rotaru (attualmente latitante), vennero condannati, rispettivamente, a 7 e 8 anni di reclusione.
Nella giornata di ieri, giovedì 28 novembre 2024, la vicenda giudiziaria ha avuto un nuovo sviluppo: la Corte di Cassazione ha annullato la condanna di Pedrotti, disponendo un nuovo processo di appello. La decisione è giunta dopo che la difesa di Pedrotti, composta dagli avvocati Manrico Pensa di Roma, Antonella Calcaterra di Milano e Francesco Romualdi di Sondrio, ha evidenziato numerose criticità nell’impianto accusatorio. La Corte Suprema ha accolto le istanze della difesa, riconoscendo la presenza di un “evidentissimo pregiudizio” nei criteri di giudizio adottati in precedenza.
Pedrotti, che si è sempre proclamato innocente, ha espresso grande sollievo per la decisione della Cassazione. “Torno a respirare, mi sembrava tutto un incubo, io non ho fatto proprio nulla di quello di cui mi si accusa”, ha dichiarato. “In questi 6 anni mi hanno tolto la gioia ed il sorriso, ma non la speranza e la convinzione della mia innocenza, e finalmente ieri ho avuto soddisfazione”. Anche la condanna a Emanuel Dedaj è stata annullata. Al contrario, la sentenza per Gheorghe Rotaru resta definitiva, essendo ancora latitante.