I soci ed i clienti della Banca Popolare di Sondrio sono preoccupati per l’offerta pubblica di scambio lanciata da BPER e temono che l’operazione possa compromettere l’indipendenza dell’istituto valtellinese. A dichiararlo Mario Alberto Pedranzini, consigliere delegato e direttore generale della banca, in occasione della presentazione del piano industriale 2025-2027 a Milano. “Molti temono che una banca solida e ben radicata come la nostra possa essere acquistata da altri operatori. Noi vogliamo che la Popolare di Sondrio continui a crescere, mantenendo la sua indipendenza e valorizzando la sua tradizione”, ha detto Pedranzini alla stampa.
L’operazione, ha sottolineato il manager dell’istituto di piazza Garibaldi, non era stata concordata ed ha colto di sorpresa anche i vertici di BPS. “Ci ha stupito la soglia inusuale del 35% di adesioni fissata da BPER. In passato non c’erano state soglie di questo tipo. In passato non c’erano state operazioni con questi parametri. Ora non ci resta che attendere il pronunciamento delle Authority e della Consob”, ha spiegato.
Secondo Pedranzini, il modello della banca popolare, con una forte identità territoriale, rischia di essere compromesso da operazioni di questo tipo. “Il mercato ha le sue regole e saranno i soci a decidere. Tuttavia, l’Ops di BPER solleva interrogativi: una soglia del 35% non è comune e lascia spazio a scenari incerti. È importante capire se questa operazione sia davvero nell’interesse della nostra comunità e del tessuto economico locale. Non ci resta che attendere come si esprimeranno Authority e Consob”.