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Home » Contenimento dei cinghiali ancora troppo lento. Coldiretti scrive alle Province
Economia

Contenimento dei cinghiali ancora troppo lento. Coldiretti scrive alle Province

RedazioneBy Redazione6 Marzo 2025Nessun commento3 Mins Read
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“In tutto il 2024 ci risulta il conferimento di 372 cinghiali, abbattuti o trovati già morti, sull’intero territorio delle nostre tre province”. E’ quanto afferma la Coldiretti di Milano, Lodi e Monza Brianza sulla base degli ultimi dati forniti a Regione Lombardia dall’Istituto Zooprofilattico Sperimentale della Lombardia e dell’Emilia Romagna.

“Si tratta del 2 per cento del totale di oltre 18 mila cinghiali abbattuti l’anno scorso in Lombardia – precisa la Coldiretti interprovinciale -, numeri che non possono rassicurarci se pensiamo che nelle prime tre settimane del 2025 gli ungulati morti sul nostro territorio sono stati solo 11 contro gli 813 del resto della regione, e che l’emergenza peste suina è tutt’altro che superata”. Per questo, la locale Federazione Coldiretti ha scritto ai prefetti, ai presidenti delle tre Province, ai direttori degli enti parco e ai comandanti delle polizie provinciali per conoscere quali azioni siano state messe in campo per accelerare il contenimento della fauna selvatica dannosa per le aziende agricole oltre che per la sicurezza stradale e la salute pubblica.

“Alle amministrazioni locali competenti per territorio abbiamo chiesto di essere convocati al più presto, dichiara la Coldiretti di Milano, Lodi e Monza Brianza, che ricorda come il contenimento della fauna selvatica sia in capo alla Regione che, per questo tipo di attività, si avvale delle Provincie e degli organi di Polizia provinciale. “Vogliamo capire se si stia facendo tutto il possibile per contenere, attraverso il numero ormai incontrollato dei cinghiali, anche il rischio di diffusione della PSA”.

Dall’agosto 2024 – spiega Coldiretti – sono stati rilevati numerosi casi di positività al virus della peste suina africana nella popolazione di selvatici e la malattia si è diffusa in modo cruento anche negli allevamenti di suini domestici delle province di Pavia, Milano e Lodi. Alla fine dell’ottobre scorso i focolai di PSA negli allevamenti suinicoli della sola Lombardia sono stati 30 e i capi morti o abbattuti a causa dell’infezione sono stati oltre 100.000.

“Per contenere la diffusione del virus della PSA nel domestico – chiarisce ancora Coldiretti – gli allevamenti hanno da tempo introdotti ferrei e costosi protocolli di biosicurezza rafforzata e negli ultimi 4 mesi non si sono manifestati nuovi casi di infezione all’interno delle strutture zootecniche del nostro territorio. Ma non è possibile affermare lo stesso per quanto concerne i selvatici. Infatti, l’Istituto Zooprofilattico continua a comunicare quasi quotidianamente che all’interno del territorio delle provincie di Pavia e Milano, sono state ritrovate delle carcasse o sono stati abbattuti dei cinghiali positivi al virus della PSA”.

Per la Coldiretti di Milano, Lodi e Monza Brianza servono risposte certe e tempestive alla preoccupazioni degli imprenditori delle tre province dove, in base ai più recenti dati dell’Anagrafe zootecnica nazionale, a rischiare la sopravvivenza sono 465 allevamenti con oltre 370 mila suini.

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