Le opere sportive verranno completate tutte in tempo per le Olimpiadi di Milano-Cortina 2026, mentre per le altre era già noto che alcune sarebbero state concluse dopo il 6 febbraio 2026, data della cerimonia d’apertura dei Giochi. In ogni caso, tutti i cantieri procedono secondo il cronoprogramma prefissato e non ci sono ritardi.
La replica
Con una nota, Simico, società che si occupa proprio della realizzazione delle opere, ha replicato al report di monitoraggio “Open Olympics 2026” in cui si parlava di ritardi e scarsa trasparenza. “Il report divulgato dalle 20 associazioni promotrici della campagna internazionale di monitoraggio “Open Olympics 2026” induce a strumentalizzazioni inaccettabili – così Simico nei passaggi cruciali della sua nota -. I dati, pubblicati online con la massima trasparenza e quindi a disposizione di tutti i cittadini, dicono in modo chiaro e incontrovertibile che il Piano delle opere olimpiche è in linea con il cronoprogramma e che, soprattutto, i cantieri delle opere sportive procedono nel pieno rispetto del timing stabilito (in taluni casi in anticipo) e tutti saranno ultimati prima dei Giochi . Affermare il contrario non è solo falso, ma assolutamente diffamatorio. Gli impianti sportivi necessari allo svolgimento delle Olimpiadi 2026 sono tutti allineati ai cronoprogrammi. Le opere stradali essendo opere di legacy per i territori, è sempre stato noto che alcune saranno avviate e altre termineranno dopo l’evento”.
La Fondazione
Affermazioni in linea con quelle di Giovanni Malagò, presidente del Coni e di Fondazione Milano-Cortina che venerdì a Sondrio aveva affermato come “ora qualcuno si lamenta dei tempi, ma anche se un’opera non verrà completata entro il prossimo 6 febbraio non sarà la fine del mondo. Ciò che conta è che siano già pronti gli impianti sportivi e su questo ci siamo”.