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Home » Monitoraggio delle popolazioni di stambecco sulle Orobie
Politica

Monitoraggio delle popolazioni di stambecco sulle Orobie

RedazioneBy Redazione4 Febbraio 2025Nessun commento3 Mins Read
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Un impegno congiunto, che ha unito tre province, mesi di lavoro e oltre 300 chilometri di sentieri di alta montagna percorsi, per un’attività di monitoraggio che ha consentito di individuare la presenza di circa 1300 stambecchi sulle alpi Orobie, un dato leggermente superiore rispetto al 2008. Il progetto ha coinvolto personale del Parco delle Orobie Valtellinesi, del Parco delle Orobie Bergamasche, della Polizia Provinciale di Sondrio, Lecco e Bergamo e i guardiacaccia delle due aziende faunistiche venatorie del territorio.

«Quello completato è un lavoro scientifico di grande rilievo – sottolinea il presidente Doriano Codega -, il giusto omaggio al re delle nostre montagne, una presenza ormai abituale per chi frequenta le vette più alte della dorsale orobica. Grazie a tutto il personale, che con entusiasmo e dedizione ha eseguito la campagna di monitoraggio, possiamo contare su dati di alto valore scientifico, a distanza di oltre 16 anni dal precedente studio». Risale al 1997 la liberazione sulle Orobie dei primi 87 esemplari provenienti dal Parco Nazionale del Gran Paradiso, per il più grande progetto di reintroduzione mai tentato sulle Alpi italiane. Due nuclei distinti di stambecchi per altrettante zone, il Pizzo Tre Signori e il Pizzo Coca, che in poco più di dieci anni erano diventati oltre mille.

È stato Eugenio Carlini dell’Istituto Oikos, coordinatore scientifico del progetto, a presentare i risultati nel corso dell’incontro pubblico che si è svolto venerdì scorso presso la sede di Albosaggia. Il bilancio è positivo, anche se rimangono alcuni aspetti da analizzare, principalmente legati alla disomogenea crescita della popolazione: quella orientale si è molto allargata, occupando tutte le più alte cime orobiche, fino ai complessi montuosi a sud della bergamasca, mentre quella occidentale non è aumentata come ci si aspettava. Alla presentazione del monitoraggio è seguito un vivace dibattito con numerosi interventi da parte dei presenti e di chi era collegato da casa. Oggi sulle Alpi sono censiti circa 50 mila stambecchi, in tutti i Paesi alpini, originati dai 100 esemplari sopravvissuti agli inizi del Novecento nel territorio che oggi è il Parco Nazionale del Gran Paradiso. I Paesi con più individui sono l’Italia e la Svizzera, che ne contano oltre 15 mila ciascuno. Il lupo non rappresenta un problema per lo stambecco, che si sa difendere e facilmente si rifugia in zone inaccessibili al predatore, ma la minaccia, soprattutto per i piccoli, è rappresentata dall’aquila reale. 

Chi volesse approfondire l’argomento può rivedere l’incontro sul canale YouTube del Parco, dove sono caricati i video di tutti gli appuntamenti del mercoledì e del venerdì. Il prossimo, al quale si può assistere in presenza oppure seguire in streaming, è fissato per il 12 febbraio, alle ore 20.45: i ricercatori Luca Corlatti e Valerio Donini parleranno di predatori, catene trofiche e lupi.

didascalia: immagine da Grok2

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