La classica goccia che fa traboccare il vaso. Quanto accaduto in occasione di una partita valida per la Serie B1 di volley femminile lo scorso weekend ha confermato come il problema dei refertisti impiegati in queste gare non vada affatto sottovalutato. Puntualmente al termine delle varie gare dei campionati di B1 e B2 (anche se il fenomeno è molto più ampio), il giudice federale della FIPAV richiama diverse società per non aver messo a disposizione un refertista adeguato.
Le conseguenze sono sempre le stesse: ritardi, confusione, incertezza, fino alla già citata “goccia” di pochi giorni fa. Il match tra le trentine del Rothoblaas Volano e la Volley Academy Valtellina e Valchiavenna – club di Delebio – non è terminato con il fischio finale. La VAVV ha presentato infatti reclamo contro il risultato (3-0 in favore del Volano), lamentando gli errori ripetuti del refertista scelto per la gara, andando a citare anche il direttore di gara. In poche parole, l’attribuzione del punteggio non sarebbe stata corretta.
Il ricorso però non è stato ammesso e l’incontro è stato omologato con il 3-0 conseguito sul campo. Il motivo? Secondo la federazione, la presentazione del reclamo da parte della Volley Academy Valtellina e Valchiavenna è stata annunciata direttamente sul taraflex, subito dopo i fatti contestati. Peccato che poi avrebbe dovuto essere confermata, come da regolamento, in forma scritta dal capitano della formazione lombarda oppure da un dirigente entro 15 minuti dal fischio finale.
La traduzione è semplice: il reclamo può anche avere senso e gli errori possono esserci stati fino a compromettere il risultato, ma la burocrazia ci ha messo lo zampino con la famigerata regola dei quindici minuti. Un conto è un richiamo da parte del giudice federale per il comportamento non proprio attento del refertista, un altro è un risultato messo in discussione che potrebbe falsare il campionato, chissà che questa vicenda non inviti tutte le società a scegliere questo ruolo con maggiore attenzione.