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Home » Lo stop all’islamizzazione verrà dai popoli dell’Est?
Politica

Lo stop all’islamizzazione verrà dai popoli dell’Est?

Alberto ComuzziBy Alberto Comuzzi3 Gennaio 2025Nessun commento4 Mins Read
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Nel Vecchio Continente vivono stabilmente oltre 30 milioni di musulmani. Purtroppo la loro integrazione stenta a procedere. L’Unione europea ha registrato, tra il 2019 e il 2021, ben 29 complotti jihadisti, censiti insieme a quelli di estrema destra ed escludendo, non si comprende con quale criterio, gli altri di sinistra o di matrice anarchica. Mancano dati sull’ultimo triennio.

Si ha l’impressione che i vertici dell’Ue sottovalutino il pericolo del processo d’islamizzazione che procede, senza interruzione, da oltre un trentennio. I recenti attentati a Magdeburgo (Germania) e a New Orleans (Usa), con decine di morti e feriti, così come i fatti di Rimini, di Padova e di altre città italiane dove cittadini inermi vengono accoltellati, vedono, come assassini, persone considerate “instabili di mente”, sempre. Quasi mai si afferma pubblicamente che si tratta di islamici invasati; tutt’al più li si definisce “lupi solitari”.

Esattamente dieci anni fa, il 7 Gennaio 2015, dodici redattori del settimanale satirico francese “Charlie Hebdo”, venivano uccisi al grido di «vendichiamo il Profeta». Il giornale, accusato di blasfemia, doveva far espiare la colpa con il sangue dei dipendenti.

Nello stesso giorno Francesco Rutelli, in qualità di ex presidente del Copasir (Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica), organo di controllo dei servizi segreti, in un’intervista rilasciata a “Il Giornale”, testualmente diceva: «La situazione oggi è di una gravità senza precedenti. C’è stato un salto di qualità del traffico di uomini.

Ora i trafficanti acquistano un’imbarcazione per poche centinaia di migliaia di euro, la caricano di disperati disposti a pagare, guadagnando cinque volte tanto e poi abbandonano la nave alla deriva per evitare di essere arrestati.

Con due implicazioni gravissime, a mio avviso, sottovalutate da chi guarda al fenomeno ancora con gli occhi di vent’anni fa.

La prima, è che si tratta di un crimine contro l’umanità e contro la navigazione, la cui sicurezza è messa a repentaglio. La seconda, è che le organizzazioni criminali che gestiscono questo traffico lo utilizzano come strumento di finanziamento di entità che stanno preparando l’offensiva nei nostri confronti. Insieme alla droga la tratta dei migranti sta alimentando incessantemente il potere economico e politico delle nuove mafie e dei movimenti fondamentalisti e terroristici».

Fin dal 2014 a Dresda, dove è nato, il movimento Pegida (Patriotische Europäer gegen die Islamisierung des Abendlandes, Patrioti europei contro l’islamizzazione dell’Occidente) sfila ogni settimana lungo le strade principali della città.

In poco tempo i patrioti europei sono passati da poche centinaia a oltre 18.000 e analoghe marce si sono poi replicate a Berlino, a Colonia e in altre città tedesche. Vedremo che cosa accadrà alle prossime elezioni in Germania.

I musulmani che vivono in Europa cominciano ad impensierire? Forse che le imprese dell’Isis come teste mozzate ai nemici, soppressione d’infedeli e di omosessuali, rapimenti (per ora in Africa) di giovani ragazze da mettere a disposizione dei combattenti jihadisti, uccisione di chi abiura iniziano a provocare turbamento?

Noi occidentali abbiamo la memoria corta e dimentichiamo che, nel corso della storia, le uniche serie minacce all’Europa sono venute dall’Islam.

Nel 674, con l’assedio di Costantinopoli, fortunatamente respinto dall’imperatore bizantino Costantino IV Pogonato; nel 732, dove a Poitiers Carlo Martello sconfisse l’esercito arabo-berbero musulmano e il 7 Ottobre 1571 nelle acque di Lepanto, dove la flotta cristiana distrusse quella turca.

In molti musulmani è forte il desiderio di sottomettere il mondo all’Islam, nella convinzione che tale aspirazione sia frutto dell’unica e corretta interpretazione del Corano.

Constatare poi che assoggettare gli infedeli è obiettivo non impossibile da raggiungere in Europa, un continente dove le popolazioni invecchiano e dove l’ideologia woke tenta di distruggere quei valori etici, morali e religiosi senza i quali qualsiasi aggregazione umana è destinata a scomparire, ha enormemente incoraggiato il fondamentalismo islamico ad accelerare i propri programmi d’espansione. Abbiamo già documentato le migliaia di cristiani uccisi in molti Paesi islamici e torneremo sull’argomento, aggiornando il drammatico elenco.

Contro il Vangelo, la Chiesa, i santi, i luoghi di culto cattolici è possibile fare e dire di tutto. Chi osa parlare di Islam deve farlo con deferenza, pena la morte, se non ottempera al galateo fondamentalista. Chissà come mai i comici alla Crozza non ironizzano mai su ulema, mullah, imam o sugli jihadisti, i combattenti della guerra santa?

L’arcivescovo di Milano, Mario Delpini, nella Messa in duomo per la Giornata mondiale della pace, ha sottolineato, tra l’altro, che «Noi riconosciamo che Gesù è Signore, non solo per noi, ma per tutti, nei cieli, sulla terra e sotto terra. E perciò vogliamo rivolgere un invito a tutti perché si aprano alla speranza per compiere opere di giustizia, per diventare operatori di pace». Appello, temiamo, che sarà accolto da pochi, musulmani e non.

didascalia: foto archivio – musulmano in preghiera davanti al Comune di Milano – Palazzo Marino

L’articolo <span>Lo stop all’islamizzazione verrà dai popoli dell’Est?</span> proviene da Valtellina news.

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