Un ospedale olimpico integrato tra Milano (Niguarda) e Sondalo, tre policlinici, 18 stazioni mediche, 15 mezzi di soccorso di base, tre elicotteri, 70 medici, 90 infermieri, 230 soccorritori, 70 “controllori”. Sono le risorse che ogni giorno saranno messe in campo per garantire assistenza medica durante le Olimpiadi Milano-Cortina 2026. Il piano è stato illustrato da Alberto Zoli, medical care manager di Lombardia Giochi Olimpici Invernali Mico 2026, nel corso di un’audizione in Commissione Olimpiadi e Welfare a Palazzo Marino.
Il servizio, ha sottolineato Zoli, sarà gestito esclusivamente con il sistema pubblico e “non è così dalle altre parti, ci caratterizziamo per questo – ha puntualizzato il professionista -. Se ci avvaliamo di professionisti che non sono pubblici, perché questi ultimi non ci rispondono alla chiamata, potremmo avere qualche libero professionista ingaggiato, ma vedrete che quasi tutti saranno pubblici”.
Come verrà gestito il soccorso
L’organizzazione è complessa e prevede un servizio specifico per gli atleti e l’entourage di persone che gravitano attorno a loro. Zoli ha spiegato che l’assistenza sarà diffusa, come i luoghi di gara, e ruoterà attorno ai policlinici (uno a Milano, uno a Livigno e uno a Bormio), all’ospedale olimpico, che sarà il Niguarda con il polo anche di Sondalo, e alle medical station nei luoghi di gara. In caso di incidente o malore di un atleta, durante o fuori dalla gara, il soccorso avverrà in loco, con successivo trasferimento alla medical station, quindi ai policlinici e infine all’ospedale olimpico, dove si trovano il pronto soccorso olimpico, la centrale operativa e il reparto olimpico.
“La differenza rispetto alle altre Olimpiadi è che qui inizia l’era dei villaggi olimpici diffusi – ha sottolineato Zoli -. A Milano c’è un perimetro ben definito, con accessi limitati e controlli tramite badge, con apparecchiature a raggi X, un luogo chiuso e non aperto al pubblico. Bormio e Livigno, invece, avranno villaggi diffusi”. I policlinici saranno dedicati ad atleti e family olimpica. Quelli di Milano e Bormio saranno composti da moduli abitativi collegati tra loro, con circa 800-900 mq di poliambulatorio e un’area per le ambulanze. Saranno strutture polispecialistiche, dedicate all’assistenza medica di atleti e family. A Milano sorgeranno all’interno del Villaggio Olimpico di Porta Romana, a Bormio vicino alla Casa della Comunità e a Livigno nella Casa della Sanità. “Ci saranno anche servizi di odontoiatria, oculistica, fisioterapia, chirurgia per visite (non interventi) e diagnostica avanzata (TAC, risonanza magnetica)”.
Saranno inoltre presenti medical station, piccoli pronto soccorsi distinti tra quelli per gli atleti e la family (accessibili solo con badge) e quelli dedicati agli spettatori. A Milano saranno situati a Santa Giulia (Ice Hockey Arena), Assago (Ice Skating Arena Forum), San Siro (stadio), Rho (Ice Park Rho Fiera) e in una medical station centrale.
L’ospedale olimpico
Per quanto riguarda l’ospedale olimpico, “è uno solo, con due sedi: una in città, a Milano (Niguarda), e una in montagna, a Sondalo”, spiega Zoli. Al Niguarda sarà allestito un reparto olimpico di degenza ordinaria con una dozzina di letti, che rimarrà come legacy all’interno di un padiglione vicino al pronto soccorso. All’interno dell’ospedale ci sarà una centrale olimpica dedicata, che collegherà ogni campo di gara, policlinico e medical station. “Qui lavoreranno specialisti davanti a console, operando in telemedicina per effettuare consulenze a distanza”.
Inoltre, Zoli ha ricordato che al Niguarda è in corso il cantiere per il pronto soccorso olimpico, “con un ampliamento degli spazi e una riorganizzazione delle attività per garantire un accesso esclusivo ad atleti e family, ma anche per potenziare il pronto soccorso più importante della città, che registra 100 mila accessi all’anno”.