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Home » Non siano i lavoratori a portare la croce
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Non siano i lavoratori a portare la croce

Giu.Ma.By Giu.Ma.12 Marzo 2025Nessun commento3 Mins Read
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La ferma volontà, come è da sempre, di tutelare il territorio e i lavoratori: è questa la reazione dei tre sindacati Flai Cgil, Fai Cisl e Uila Uil alle ultime notizie su Melavì con la cooperativa che sarebbe a un passo dal fallimento.

“Apprendiamo dalla stampa locale della gravissima situazione in cui versa la società, che potrebbe addirittura nel giro di pochi giorni giungere al fallimento. E’ con non poca sorpresa che leggiamo le dichiarazioni dell’azienda, considerando che nel corso dell’autunno 2024, durante un incontro sindacale avvenuto a seguito dell’avvio della Procedura di Composizione Negoziata, la società illustrava progetti di rilancio con idee di diversificazione delle colture e nuovi mercati su cui portare il marchio Melavì – sottolineano i rappresentanti delle associazioni sindacali -. Inoltre nonostante un attento monitoraggio da parte nostra, con la richiesta di incontro per gli aggiornamenti inviata nel mese di dicembre e seguita da alcuni solleciti, l’azienda non ha mai dato risposta. Un atteggiamento che condanniamo in quanto poco rispettoso dei lavoratori e di chi li rappresenta”.

“Siamo consapevoli – ha precisato ulteriormente Ilaria Urbani, segretario provinciale della Fai Cisl di Sondrio – che all’interno della cooperativa ci sono visioni contrapposte, ma non vogliamo che a farne le spese siano i lavoratori. Vogliamo tutelare loro e i loro posti di lavoro. Melavì è un’azienda “particolare” che si sviluppa sul territorio e quindi difendere la cooperativa significa difendere il territorio stesso. Inoltre, anche se è vero che la maggior parte dei lavoratori è a tempo determinato, la maggior parte di loro è impiegata per quasi tutto l’anno e da anni. E, se oltre cento persone dovessero rimanere a casa, anche l’impatto sociale per il territorio sarebbe negativo”.

La cooperativa

Il gruppo Melavì occupa ancora una parte significativa del lavoro agricolo dipendente nella nostra provincia. Oltre ai 14 occupati a tempo indeterminato, ruotano annualmente circa 140 operai a tempo determinato generando una massa salari complessiva annua di circa 1.800.000 euro. (Dati EBAS 2024 Ente Bilaterale Agricolo Sondrio). L’esperienza cooperativista di Melavì iniziata con tutti i buoni auspici del caso nel 2013, ha però scontato nel corso degli anni la poca attitudine a fare sistema, a cooperare appunto, evidenziando una propensione imprenditoriale locale più individualista e poco propensa alla condivisione.

“A rimetterci oggi è l’immagine tutta di una valle, la cui produzione di mele dovrebbe competere con le produzioni Trentine, attraverso un marchio di identificazione territoriale, quale segno distintivo di Agricoltura Montana di Qualità. A pochi mesi dalle Olimpiadi invernali non proprio una bella immagine per la valle – rincarano la dose i rappresentanti di Cgil, Cisl e Uil -. Un calvario quello di questa società che dura da troppo tempo. L’auspicio, è che come spesso accade in queste situazioni, a portare la croce non siano i lavoratori. Serve trasparenza da parte dell’azienda in primis, ma anche da parte delle istituzioni locali e regionali, che in questi 12 anni hanno sempre svolto un ruolo di supporto all’iniziativa promossa e a cui oggi i lavoratori chiedono merito. In quest’ottica chiediamo da subito l’apertura urgente di un tavolo di confronto istituzionale. Nel rispetto del nostro ruolo abbiamo questa mattina inviato nuovamente richiesta di incontro urgente all’azienda”.

“Vogliamo capire – ha confermato sempre Ilaria Urbani – cosa la cooperativa abbia in mente di fare. Abbiamo seguito sin dall’inizio la procedura di composizione negoziata e abbiamo sperato che potesse portare a soluzioni positive che siamo ancora convinti si possano raggiungere per il futuro della cooperativa stessa e dei lavoratori”. 

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