Lo smarrimento degli animali domestici fa pensare immediatamente al periodo estivo. È proprio nei mesi più caldi dell’anno che si parla con maggiore insistenza di questo fenomeno, questo però non vuol dire che nelle altre stagioni la situazione sia diversa. La frequenza con cui cani, gatti e non solo risultano smarriti è purtroppo molto alta, con migliaia e migliaia di esemplari che spariscono letteralmente dalle loro case ogni anno. Chi ha maggiore fortuna può incontrare i volontari che si occupano di ospitarli nelle loro strutture, mentre altri sono destinati a vivere a lungo rinchiusi in un box. Perché esattamente un animale si allontana dalla sua famiglia? È una domanda che merita di essere approfondita nel dettaglio.
Le principali cause
Il caso estremo è quello di un malintenzionato che si macchia del furto dell’animale domestico, ma a prescindere da questa ipotesi, di solito cani e gatti possono abbandonare l’abitazione in cui vivono per motivi “sentimentali” e persino per un malessere. In queste situazioni, il quattro zampe è in preda alla paura e perde dunque qualsiasi capacità di ragionare, ritrovandosi a parecchia distanza da casa senza quasi rendersi conto di quello che ha fatto. Un esempio emblematico è quello delle festività natalizie e dell’utilizzo dei botti e fuochi d’artificio che finiscono per spaventare l’animale, facendogli perdere il senso dell’orientamento.
Per quel che concerne i gatti, poi, va fatto un discorso un po’ diverso. Tantissime razze sono abituate ad andare in giro senza problemi, magari uscendo dall’appartamento e poi ritornando regolarmente. È la loro natura, ma anche loro possono perdere l’orientamento, ad esempio per colpa di un rumore molto forte come può essere quello di una macchina o di un altro animale che lo minaccia.
Cosa dice la legge in caso di smarrimento
L’adozione di un cane prevede una trafila ben precisa che ha a che fare con quella che è una situazione che si spera non debba verificarsi, lo smarrimento appunto. Oltre alla visita dell’animale, è necessario intestare il quattro zampe e inoculare un microchip con tanto di iscrizione all’Anagrafe. Se dovesse perdersi e non tornare più a casa, sarà più semplice riportarlo in famiglia con questi accorgimenti.
La norma di riferimento è la Legge 281 del 1991, vale a dire la “Legge quadro in materia di animali d’affezione e prevenzione del randagismo”. Il testo parla dell’obbligo di registrare il cane nella banca dati regionale per poi far arrivare queste informazioni alla banca dati nazionale. Nel caso dei gatti o di altri animali domestici come possono esserlo conigli o furetti, al contrario, l’obbligo di registrazione non è previsto, anzi è una prassi a descrizione del proprietario. C’è comunque un’Anagrafe Felina che viene gestita dall’associazione nazionale che raggruppa i veterinari del nostro paese, anche se non è un’alternativa all’Anagrafe degli Animali da Affezione.
I consigli per evitare gli smarrimenti
Gli smarrimenti sono frequenti, su questo non c’è dubbio, però si può fare molto per renderli più difficili. In particolare, può essere utile la medaglietta da apporre al collo dell’animale domestico, fondamentale per individuare la famiglia del quattro zampe in caso di ritrovamento. È necessario anche verificare in che stato sono i guinzagli nell’ipotesi di tratti di un cane: in questo modo non si romperanno durante la passeggiata e si eviterà una fuga improvvisa. Lo stesso discorso vale per quelle abitazioni che hanno un accesso diretto alla strada: le porte e finestre vanno monitorate frequentemente, ma anche i cancelli che possono rimanere aperti più del previsto.
Articolo originale su Today.it