Indossare cicatrici: è in questo gesto che la pratica dell’artista Martina Fontana incontra il vissuto e l’esperienza del gruppo “Amazzoni” fondato nel 2008 dalla dottoressa Patrizia Franzini, che supporta chi sta vivendo un percorso di malattia oncologica al seno.
L’opera scultorea presente in mostra nella sala ovest del convento di Sant’Antonio a Morbegno fino a domani, uno scudo lunato, diventa uno strumento simbolico di difesa della propria identità e dignità.
Sulla sua superficie prendono forma le riproduzioni di nodi e tagli campionati da alberi presenti sul territorio. Attraverso una serie di incontri e un workshop, le Amazzoni hanno scelto e catturato un segno arboreo per loro rappresentativo. La cicatrice trovata in natura diventa metafora dei segni visibili e invisibili impressi nel corpo e nella mente di ciascuna di loro. Unite insieme in un unica forma, diventano un elemento da battaglia e allo stesso tempo un oggetto-manifesto del proprio vissuto da mostrare con fierezza.
L’atto finale, catartico e generativo, avviene durante la realizzazione delle fotografie. Ogni donna sceglie come farsi ritrarre, indossando lo scudo e le proprie cicatrici. Il corpo diventa bandiera e rivendica la forza e la bellezza della vita che resiste, della pelle che si fa corazza.
L’installazione 19 stelle celebra la forza del gruppo come punto di orientamento e guida per tutte le donne che ne fanno parte. I nodi argentei seguono la disposizione degli astri che compongono la costellazione di Orione, il gigante con lo scudo. Il dolore cede il passo alla bellezza, la luce e la forza delle compagne segnano una strada luminosa da percorrere verso la rinascita.
Nella mostra potranno essere ammirate il progetto e le opere di Martina Fontana, le foto di Daniela Pellegrini e il testo critico a cura di Giovanna Brambilla.