“Banca Popolare di Sondrio ha convocato per martedì 11 febbraio il Consiglio di Amministrazione per avviare le attività di propria competenza nell’interesse di tutti gli azionisti e gli stakeholder della Banca”. È con questa comunicazione che l’istituto di piazza Garibaldi risponde all’Offerta Pubblica di Scambio (OPS) volontaria totalitaria lanciata da BPER Banca, precisando che l’operazione “non è stata in alcun modo sollecitata, né preventivamente concordata”.
L’OPS, annunciata il 6 febbraio, punta ad acquisire almeno il 50% del capitale sociale della Banca Popolare di Sondrio, con la possibilità di arrivare oltre il 90% e procedere al delisting dell’istituto valtellinese. Nella mattinata di venerdì 7 febbraio l’amministratore delegato di BPER, Gianni Franco Papa, commentando l’offerta aveva sottolineato come l’operazione “non sia da considerarsi ostile”, ribadendo l’opportunità strategica per entrambe le banche.
La promessa, in caso di successo dell’operazione, è quella di mantenere il marchio storico della “Sondrio”. “L’impatto sociale sarà molto limitato e siamo convinti che questa operazione creerà valore per tutti gli stakeholder”, ha dichiarato Papa, aggiungendo che l’operazione è in linea con il piano industriale di BPER e contribuirà a rafforzare la competitività del gruppo nel settore bancario italiano. “Con la Popolare di Sondrio avremo circa 2mila filiali, è una somma algebrica delle due banche perchè ci saranno pochissime sovrapposizioni. Non abbiamo neanche il tema Antitrust perchè solo in due città superiamo il 25% di quote di mercato, parliamo di 8 filiali su 2000”, ha aggiunto Papa rassicurando così i lavoratori BPS (“Eventuali uscite di personale saranno solo su base volontaria”).