Attilio Toccalli fu sindaco di Sondrio tra il 1895 e il 1902. Gli abitanti di quell’epoca vivevano praticamente in un paesotto ai piedi delle Retiche. Sotto quell’amministrazione, dovettero ricevere notizie abbastanza sconvolgenti: la strage di Bava Beccaris a Milano, l’assassinio di Umberto I. Anche Sondrio, nel suo piccolo, si affacciava al nuovo secolo.
A quel sindaco ormai dimenticato è stato intitolato l’ampio piazzale dove finisce la via De Simoni e comincia Viale Milano.
In uno dei suoi vecchi palazzi ha sede la Polizia Stradale. Di fronte c’è una farmacia comunale che quasi non si nota. Venne aperta non molti anni fa per gli abitanti che stanno nella zona occidentale della città.
Nel punto dove comincia la via Trento, verso il Ponte Eiffel, c’era un distributore della Shell. È rimasto lo spiazzo, tale e quale. La piccola costruzione, invece, è stata trasformata in emporio, gestito, mi pare, da una signora di origine rumena. Ricordo che una volta, con la mia prima macchina (una Simca 1000 rosso sfrontato), misi mille lire di benzina in un serbatoio che era in riserva da due giorni. Venni giù dalla discesa del ponte (allora via Trento non era ancora a senso unico) con il motore spento. La vettura risultava completamente all’asciutto.
Piazzale Toccalli era (ed è) il passaggio obbligato per chi si reca nel quartiere popolare di Viale Milano, dove dai primi anni ’60 sorge la chiesa dedicata alla Beata Vergine del Rosario. Come slargo urbano non è un granché, abbellito in qualche modo da un’area alberata con panchine proprio difronte alla sede della Polizia. Un tempo mi sembrava più bello, quasi una piccola oasi di verde. Oggi è strozzato da parcheggi sempre al completo.
Prima che collegassero le vie della circonvallazione, chi arrivava a Sondrio passava necessariamente da quel piazzale, il quale riusciva a dare al viaggiatore una specie di benvenuto nel capoluogo valtellinese.
Oggi non ha più quella funzione, ma rimane un luogo vivace, molto frequentato della città.
Questo racconto è scritto da Giuseppe Novellino e fa parte della rubrica “Bozzetti sondriesi”.