Aveva destato molto scalpore la vicenda del container montato e apparso sul tetto di un condominio in via San Camillo De Lellis al termine dei lavori di riqualificazione dello stesso. Un “pugno nell’occhio” molto sgradito ai residenti e che aveva portato anche i consiglieri di Sondrio Democratica a presentare un’interrogazione sulla sua regolarità.
La risposta
L’interrogazione aveva avuto una risposta nella seduta del consiglio comunale di maggio 2024, in cui il sindaco Marco Scaramellini aveva ammesso alcune irregolarità, ma anche sottolineato come l’Ufficio tecnico stesse monitorando la questione per sanare le irregolarità stesse e per trovare una soluzione accettabile anche da un punto di vista estetico e di impatto ambientale.
La soluzione
Ora, dopo alcuni mesi, la soluzione è stata trovata: il container non sarà rimosso, ma solamente rivestito con dei grigliati metallici indicati dalla Commissione paesaggio, interpellata dall’Ufficio Tecnico.
Un finale che non ha soddisfatto i consiglieri di Sondrio Democratica che, anzi identificano nella soluzione individuata un pericoloso precedente.
“È effettivamente meno impattante di un container bianco? Molti saranno delusi dalla scelta, ma lasciamo ad ognuno il personale giudizio estetico – hanno commentato i consiglieri con un post sulla loro pagina Facebook ufficiale -. L’errore più grave, ovviamente, sta a monte. Come si è potuti giungere a questo tipo di installazione? I numerosi scambi di vedute avuti in questi mesi con tanta persone, alcune anche coinvolte direttamente nella vicenda, hanno rafforzato un senso di ingiustizia incrementato dal fatto che, quando abbiamo depositato l’interrogazione a riguardo, si è voluto minimizzare, far credere che l’opera non fosse ancora conclusa, quando invece il mascheramento non era inizialmente previsto ed è stato imposto successivamente. Sulle responsabilità restiamo dell’idea che sia paradossale che questa vicenda abbia coinvolto il condominio ove risiede l’assessore all’urbanistica. A nostro avviso era proprio l’ultimo condominio dove questo potesse accedere, anche volendoci sforzare di credere al suo ruolo di semplice condomino. È il famoso elefante nella stanza di cui parlammo in consiglio comunale. Ma in un paese nel quale molte cose accadono “a insaputa” dei diretti interessati tutto può essere, basta volerlo credere”.
“Cosa resta, quindi, di questa vicenda? Di sicuro un mega camino, ma anche un pericoloso precedente. Immaginiamo che chiunque possa da oggi pensare di progettare orripilanti manufatti da piazzare sui tetti con l’unico rischio di doverli al massimo mascherare. La speranza è che l’Ufficio Tecnico riesca in futuro ad intercettarli per tempo – concludono i consiglieri Di Zinno, Spolini e Bettinelli -. Speriamo restino anche un minimo di memoria e di indignazione, che magari portino in futuro anche altri ad esprimersi pubblicamente di fronte a questi fatti. In questa occasione in pochi lo hanno fatto, ricevendo in privato un sostegno che sarebbe stato più utile se fosse stato pubblico”.