Il calendario 2025 dell’Esercito Italiano è stato presentato ieri a Palazzo Muzio, sede della Provincia di Sondrio, in un evento carico di significato storico e istituzionale. Organizzata dalla Federazione di Sondrio dell’Istituto del Nastro Azzurro, la cerimonia ha visto la partecipazione delle principali autorità locali, tra cui il prefetto Anna Pavone, oltre ai rappresentanti delle forze dell’ordine e degli alunni della scuola primaria “Quadrio”, che hanno aperto l’evento intonando l’inno di Mameli e concluso con “La leggenda del Piave”.
Il calendario, che conclude una trilogia dedicata alla storia dell’Esercito Italiano dal 1943 al 1945, rappresenta un viaggio nella memoria collettiva. Quest’ultima edizione si concentra sull’anno della liberazione, il 1945, rendendo omaggio a tutti coloro che hanno contribuito alla rinascita dell’Italia. “Questo calendario non è solo un’opera editoriale, ma un simbolo di riflessione e di memoria”, ha spiegato il generale Carmine Sepe, comandante militare dell’Esercito Lombardia. “Ricorda il sacrificio di chi ha dato la vita per la patria e celebra i valori di studio, rispetto e dignità, fondamentali per costruire un futuro migliore”.
Il ruolo dimenticato dei soldati italiani
Tra i protagonisti della giornata, il generale dei carabinieri in congedo Carmelo Burgio, esperto di storia militare, ha sfidato la narrazione tradizionale legata all’8 settembre 1943. “L’idea del ‘tutti a casa’ non rende giustizia alla verità. Molti soldati italiani continuarono a combattere, pagando un prezzo altissimo in vite umane,” ha dichiarato Burgio, ricordando che sono morti più militari con le stellette che partigiani durante la guerra di liberazione.
Burgio ha anche sottolineato come, inizialmente esclusi dagli Alleati, i soldati italiani siano stati successivamente integrati nelle operazioni militari grazie alla loro conoscenza del territorio, specie di quello montano. Nacque così il Corpo Italiano di Liberazione, formato da paracadutisti, bersaglieri, alpini e cavalleggeri, che si distinse in battaglie cruciali come quella di Filottrano. I gruppi di combattimento Folgore e Friuli giocarono un ruolo decisivo nella liberazione di Bologna, dimostrando il valore e la determinazione delle forze italiane.
Un evento che unisce memoria e futuro
Come sottolineato dal prefetto di Sondrio, Anna Pavone, l’evento non è stato solo un momento celebrativo, ma un’occasione per riflettere sull’importanza della memoria storica e dei valori su cui si fonda la Repubblica. “L’Esercito è la prima forza a cui ci rivolgiamo per risolvere i problemi seri, quelli che che mettono a rischio la nostra vita. Grazie per quello che fate, siete le nostre braccia, la nostra forza per mantenere la pace e liberarci dalla guerra, non per farla. Bello pensare che la presentazione a Sondrio coincida con il momento di pace che si sta costruendo tra Israele e Hamas”.
Dal canto suo l’assessore sondriese alla Cultura, Marcella Fratta, ha rimarcato l’importanza dei valori trasmessi dall’Esercito e dal suo calendario, presentato davanti a decine di studenti. “Questo calendario, ricco di fortissimi valori, permette ai giovani di diventare cittadini consapevoli. Ragazzi, queste sono le persone che hanno fatto sì che la nostra società abbia potuto vivere ottant’anni di pace, sentendosi protetta”.