Luci accese sulla Piana del Ranèe: la comunità di Bianzone e Alleanza Verdi e Sinistra uniscono le forze per difendere uno dei territori agricoli più preziosi della Valtellina, minacciato da un progetto che prevede la costruzione di un sottopasso carrabile. Con un consumo previsto di 23.869 metri quadri di suolo agricolo e un costo di oltre 16 milioni di euro, l’intervento solleva forti critiche, considerate le sue ripercussioni ambientali e paesaggistiche.
Il consigliere regionale Onorio Rosati (AVS) ha presentato un’interrogazione in Regione Lombardia per chiedere la sospensione del progetto, parte delle opere previste per le Olimpiadi Milano-Cortina 2026. “L’intervento non rispetta le priorità indicate dal Decreto Olimpiadi – spiega Rosati – che prevede la soppressione dei passaggi a livello direttamente sulla Statale 38. Qui, invece, si tratta di passaggi situati in aree agricole lontane dalla statale, senza alcun beneficio concreto”.
Anche Niccolò Leoncelli, segretario provinciale di Sinistra Italiana e membro della coalizione AVS, sottolinea le incongruenze del progetto: “In linea generale, sopprimere i passaggi a livello è un intervento utile per la puntualità della linea ferroviaria Milano-Tirano. Ma a Bianzone ci troviamo davanti a un’opera senza priorità, che non solo non risolve problemi esistenti, ma rischia di crearne di nuovi. Le pendenze previste per il sottopasso, in caso di maltempo, potrebbero rappresentare un rischio concreto per la sicurezza stradale”.
Il ruolo del comitato
La Piana di Bianzone è da anni al centro dell’attenzione della cittadinanza e di un comitato attivo nella difesa del territorio agricolo locale. Negli ultimi mesi, il “Comitato per la tutela e la valorizzazione del territorio agricolo della Piana di Bianzone”, che già nel 2016 riuscì a far stralciare un piano cave che avrebbe compromesso l’area, ha raccolto nelle ultime settimane 900 firme contro il progetto. Edj Polinelli, portavoce del comitato, spiega: “Abbiamo scoperto il progetto solo tramite le lettere di esproprio inviate ai proprietari. Da allora abbiamo organizzato due assemblee pubbliche che hanno bocciato il progetto come illegittimo, inutile e dannoso, ma stiamo ancora aspettando risposte dalla Regione Lombardia. È incomprensibile come si possa sacrificare un’area agricola di straordinario pregio per un intervento che non porta alcun reale beneficio”.
Secondo quanto dichiarato dal comitato, lo Schema di accordo tra Regione Lombardia, Provincia di Sondrio e Rete Ferroviaria Italiana per la soppressione dei passaggi a livello nell’ambito dell’intervento denominato “Soppressione passaggi a livello insistenti su SS38”, relativo alla linea ferroviaria Milano-Tirano e previsto dal Decreto Olimpiadi (DL 11 marzo 2020, n. 16), prevedeva inizialmente la rimozione di 49 passaggi a livello. Tuttavia, nei successivi progetti approvati da RFI, solo 19 passaggi sono stati selezionati, compresi i tre di Bianzone, mentre 30, molti dei quali situati direttamente sulla SS38 e caratterizzati da un elevato volume di traffico, sono stati esclusi.
Tra questi, il comitato segnala i passaggi a livello di Villa di Tirano, in località Poletta, e quelli nel comune di Teglio, come alla Palazzetta, al ponte di Tresenda, al ponte di San Giacomo e presso la stazione di San Giacomo. “Perché si è scelto di dare priorità ai passaggi a livello di Bianzone, situati lontano dalla SS38 e senza un impatto significativo sulla viabilità principale, ignorando invece quelli realmente critici?” si chiedono i rappresentanti del comitato, che mettono in discussione anche la scelta di progettare un sottopasso camionabile per accedere a un’area agricola priva di connessioni viarie significative e destinata a terminare “nel nulla” a pochi metri dal fiume Adda.
Tanti dubbi
Il comitato sottolinea che l’intervento rischia di compromettere gravemente il paesaggio agricolo della Piana del Ranée, un’area designata come “ad alta valenza paesistica, ambientale, per la tutela del suolo e gravata da vincoli di inedificabilità” secondo il PGT del Comune di Bianzone. Una volta urbanizzata, tale area potrebbe essere destinata a ospitare impianti di grandi dimensioni senza la necessità di varianti urbanistiche, trasformando uno dei suoli agricoli migliori della Valtellina in un contesto urbanizzato. “La Regione ha considerato le conseguenze di questo ulteriore consumo di suolo? È stato valutato un utilizzo alternativo dei 16,5 milioni di euro stanziati per un progetto condiviso, che includa il sottopassaggio della Statale 38, salvaguardando così ambiente e paesaggio?”
Il comitato ricorda, inoltre, che Regione Lombardia ha già accolto le ragioni del territorio in casi simili. “Lo ha fatto a Chiuro e Ponte, dove il Commissario straordinario Gianpiero Strisciuglio ha stralciato i progetti di soppressione dei passaggi a livello di via Casacce e via Armisa, e anche a Poggiridenti e San Giacomo. Perché non ascoltare anche le istanze di Bianzone?” Infine, i rappresentanti del comitato invitano il Comune di Bianzone a un confronto trasparente con i cittadini, rimarcando l’importanza di rispettare il mandato elettorale e lo statuto comunale.
Alleanza Verdi e Sinistra, appoggiando le richieste del comitato, si unisce all’appello per la sospensione del progetto e per l’avvio di un confronto reale con il territorio, che porti a soluzioni rispettose dell’ambiente e delle esigenze della popolazione. Tra le domande poste dal comitato, emerge con forza la richiesta di trasparenza e coerenza nelle scelte della Regione. “Perché si considerano prioritari i passaggi a livello di Bianzone, lontani dalla Statale 38 e con scarso impatto sulla viabilità, mentre si ignorano criticità ben più rilevanti altrove? – si chiede Polinelli – E perché realizzare un sottopasso carrabile in un’area agricola, destinata a restare senza alcun collegamento viario significativo?”.
Anche il Comune di Bianzone è finito nel mirino delle critiche: “L’amministrazione non si è mai espressa chiaramente sul progetto e non ha fornito alcuna spiegazione ai cittadini – aggiunge Polinelli – Ci aspettiamo un confronto vero, nel rispetto del mandato ricevuto dagli elettori e delle regole statutarie. Non è la prima volta che una mobilitazione cittadina riesce a bloccare interventi simili in Valtellina. A Chiuro e Ponte, ad esempio, le ragioni del territorio sono state ascoltate, portando alla revisione o alla sospensione dei progetti. “Regione Lombardia ha già dimostrato di saper dialogare con le comunità locali – conclude Polinelli – Speriamo che anche per la Piana del Ranèe si apra un percorso di confronto che tenga conto delle reali esigenze del territorio”.
Alleanza Verdi e Sinistra si unisce alla richiesta del comitato e della cittadinanza, chiedendo alla Giunta regionale di rivedere il progetto e di investire in soluzioni che rispettino il paesaggio, l’ambiente e le priorità dei residenti. La Piana del Ranèe, riconosciuta ufficialmente come “Area Agricola di Salvaguardia”, rappresenta non solo un patrimonio agricolo, ma anche un simbolo di resistenza per chi crede in uno sviluppo sostenibile e condiviso.