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Home » Bormio: Disponibile il Bollettino Storico dell’Alta Valle
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Bormio: Disponibile il Bollettino Storico dell’Alta Valle

Prima la ValtellinaBy Prima la Valtellina31 Dicembre 2024Nessun commento3 Mins Read
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L’impegno del Centro Studi Storici Alta Valtellina prosegue in linea con i dettami fissati dallo Statuto e con gli intendimenti dei soci che lo fondarono nel 1998. Prodotto di punta di tutta la sua attività è sempre il Bollettino Storico (BSAV), che quest’anno esce nella sua 27esima edizione con 16 contributi che spaziano dal Medioevo all’età contemporanea. Apre la rassegna di studi l’ingegnere Felice Zucchi, dotato di una briosa vena scrittoria e di un profondo senso dell’osservazione, che propone ai lettori interessanti e sorprendenti correlazioni di arti e mestieri a partire dai famosi Maestri Comacini. Ilario Silvestri, con la consueta perizia storica, ci regala “qualche nota su Carlo Marni e Paolo Colber autori della tela dell’organo della Collegiata di Bormio”, la superba e maestosa opera pittorica seicentesca che troneggia dietro l’altare maggiore. Sempre al Seicento afferisce l’articolo di Gabriele Salvadori e Rosangela Folini, incentrato sulla cartografia e in particolare sul lavoro dell’incisore Hans Conrad Schnierl che elaborò nel 1637 una delle più interessanti riproduzioni del Bormiese.

De Monti

Costantino De Monti, legatissimo alla sua vallata natale, si sofferma su alcune vicende costruttive inedite riguardanti l’Ossario di Cepina, uno dei gioielli che il nostro territorio custodisce, arricchendo così la sua già ampia bibliografia. Il protagonista del lavoro di Marco Sampietro è l’artigiano organaro ottocentesco Faustino Andreola, che dalla natia Valfurva emigra per lavoro spostandosi in diverse località della Valtellina, dell’Engadina e del Lario. E di un emigrante tratta anche l’articolo di Anna Lanfranchi: il piemontese Bartolomeo Bottamini il cui cognome diverrà talmente noto e famoso da sopravvivergli anche dopo la morte grazie all’abilità con cui si costruì una fama nell’apicoltura e nella produzione di miele pregiato. Gloria Camesasca ci sottopone un’inedita opera ottocentesca che si inserisce nel filone di quelle pubblicazioni che decantavano le benefiche proprietà delle acque termali di Bormio.

Rini

Marta Rini, invece, condivide con i lettori la sua tesi di laurea incentrata sull’istruzione scolastica dal XIV secolo al 1968, una narrazione ricchissima di dati, storie, curiosità che è stata suddivisa in due parti (la seconda sarà pubblicata sul prossimo numero). La Grande Guerra è sempre foriera di racconti incredibili che emergono dalle carte di famiglia o da pubblicazioni coeve; Davide Dei Cas ci riporta alla rocambolesca fuga del soldato Bonetti di Valdisotto dal campo di concentramento di Presburgo (oggi Bratislava) in cui era stato rinchiuso. Legati all’argomento bellico anche i contributi del professor Claudio Giorgione, che svela l’importanza del Villaggio Sanatoriale di Sondalo durante la Seconda Guerra Mondiale nella tutela e nella salvaguardia di molte pregiate opere artistiche, e di Daniela Valzer sulla santella dei Plazz. Quanto mai attuali gli articoli di Daniela Valzer sulle bizzarrie meteorologiche del primo Ottocento, e di Desirè Castellani sui rapporti tra Livigno e la Svizzera in materia di sfruttamento idroelettrico, mentre Anna Lanfranchi, Alice Martinelli ed Erasmo Schivalocchi ci conducono rispettivamente nel microcosmo intimo e famigliare di un luogo (il Piazzìn di Bormio), di una nonna (Amelia Pierina Galli di Livigno), di un maestro (Silvio Martinelli). A un anno dalle Olimpiadi, infine, non poteva mancare un accenno sportivo; ce lo offre Daniela Valzer con una panoramica su due manifestazioni sportive che proiettarono Bormio nell’Olimpo del Circo Bianco molto prima della famosa pista Stelvio.

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