Presenta reclamo contro la squalifica inferta a un suo calciatore e contro l’ammenda ricevuta, ma non solo si vede confermare la sanzione pecuniaria, ma addirittura inasprire la sanzione nei confronti del proprio calciatore, nel frattempo, peraltro, accasatosi a un’altra squadra.
Vicenda paradossale
È la vicenda paradossale accaduta ad Alessandro Menghi e all’Ardenno Buglio: il giocatore era stato squalificato per sette giornate perché, espulso, aveva spinto leggermente l’arbitro e bestemmiato. Inoltre, dopo la partita, si era nuovamente avvicinato al direttore di gara con fare irrispettoso proferendo altre espressioni irriguardose e blasfeme. L’Ardenno Buglio poi aveva ricevuto un’ammenda di 200 euro perché il suo presidente sarebbe entrato, secondo quanto riportato sul referto arbitrale, nello spogliatoio del direttore di gara a fine match esercitando pressioni affinché non venisse segnalato il provvedimento disciplinare nei confronti del proprio calciatore.
Il ricorso
La società della Bassa Valle ha presentato reclamo, allegando anche un video, sottolineando come la condotta di Menghi non potesse considerarsi violenta e che il presidente fosse sì entrato nello spogliatoio dell’arbitro, ma chiedendo il permesso e, soprattutto, per discutere di alcuni episodi occorsi nei 90 minuti di gioco, senza assolutamente esercitare le pressioni contestate. La corte d’appello territoriale, però, non solo ha dato credito a quanto contenuto nel referto arbitrale, confermando la ricostruzione dei fatti e dunque anche l’ammenda comminata all’Ardenno Buglio, ma ha addirittura considerato troppo morbida la sanzione inflitta a Menghi dal giudice sportivo, aumentando a 10 le giornate di squalifica.
Il trasferimento
A rendere, se possibile, ancor più curiosa e inusuale questa vicenda anche il fatto che nel frattempo proprio Menghi ha completato il suo trasferimento dalle fila dell’Ardenno Buglio a quelle del Berbenno che dunque, non lo potrà avere comunque a disposizione ancora a lungo.