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Home » Niente pensioni e Tfr per i consiglieri regionali, fallisce il blitz (era contrario anche Fontana)
Politica

Niente pensioni e Tfr per i consiglieri regionali, fallisce il blitz (era contrario anche Fontana)

Massimiliano MelleyBy Massimiliano Melley18 Dicembre 2024Nessun commento3 Mins Read
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È fallito il tentativo, in consiglio regionale, di reintrodurre pensioni e trattamento di fine rapporto (Tfr) per i politici eletti al Pirellone. Un emendamento al bilancio preventivo, presentato dal consigliere di minoranza del gruppo misto Luca Ferrazzi (che nel 2023 era stato eletto, a Varese, con la lista civica di Letizia Moratti), è stato ritirato mercoledì mattina dopo che era diventato evidente che non sarebbe passato.

Risale al 2013 l’abolizione dei vitalizi per gli ex consiglieri regionali, in seguito allo scandalo giudiziario per i rimborsi “gonfiati”. Da allora, gli eletti non maturano alcun trattamento. Secondo Ferrazzi, nel 2019 la conferenza dei presidenti di Regione si era dichiarata favorevole alla reintroduzione di uno strumento previdenziale, cosa che però la Lombardia non ha fatto e a questo punto non farà nemmeno nel 2025. Per il consigliere, che ha un passato in Alleanza Nazionale e poi nella Lista Maroni per la quale fu consigliere regionale nel 2013, “è inconcepibile che in Regione Lombardia non ci sia nessuna tutela per chi fa una o due legislature”.

Contrario anche Fontana

Immediata era stata la contrarietà delle opposizioni (Pd e Movimento 5 Stelle). Pierfrancesco Majorino, capogruppo del Pd, aveva affermato, martedì, di essere “sempre stato assolutamente contrario”, mentre il capogruppo dei 5 Stelle Nicola Di Marco aveva invitato la maggioranza a ritirare l’emendamento. Ma si erano messi di traverso anche Fratelli d’Italia e il governatore Attilio Fontana. Christian Garavaglia, capogruppo di Fdi, aveva riconosciuto “l’esigenza di risolvere un problema aperto” ma aveva fatto sapere che i consiglieri avrebbero votato contro l’emendamento. Fontana aveva fatto sapere di “non essere favorevole”, aggiungendo che “l’aula è sovrana”.

Uno stop annunciato, quindi, che puntualmente è arrivato mercoledì mattina con il ritiro dell’emendamento. Ferrazzi non l’ha presa benissimo: “Dovremmo intitolare l’aula a Don Abbondio. Questo emendamento ha la pecca che si votava con voto palese”, ha dichiarato con amaro sarcasmo: “In nessun modo rappresentava l’introduzione di un privilegio. Inserivamo il principio volontario di una forma previdenziale per i consiglieri”. Secondo il consigliere, che ha specificato di avere maturato il vitalizio in passato ma di avervi rinunciato, “questa è una battaglia per i colleghi più giovani che si trovano senza una forma previdenziale come invece hanno tanti altri colleghi di altre Regioni. Non votarlo è un alibi politico”.

Le reazioni dopo il ritiro

Dopo il ritiro dell’emendamento, Garavaglia di Fdi ha precisato che il centrodestra “non è spaccato” e che “Ferrazzi ha posto un problema vero”, confermando di essere aperto al dialogo per trovare comunque una soluzione. Da registrare che diversi consiglieri di Fdi hanno applaudito Ferrazzi mentre interveniva in aula sul punto. Soddisfatto Di Marco dei 5 Stelle: “È bastato opporsi fermamente a un emendamento per mandare in crisi la maggioranza. Il centrodestra mostra i muscoli, applaude in aula per sostenere l’iniziativa, ma poi non ha il coraggio di votare. Riteniamo necessario regolamentare in modo omogeneo a livello nazionale i trattamenti pensionistici dei consiglieri regionali, ma pensiamo sia inaccettabile trattare il tutto attraverso questi tentativi di blitz. Soprattutto in un periodo storico in cui per tantissimi cittadini Tfr e pensioni sono diventati traguardi irraggiungibili”. Sulla stessa linea Lisa Noja di Italia Viva: “La questione è obiettivamente sentita, ma su questi temi è importante arrivare a una scelta condivisa. Trovo mortificante bloccare per ore il consiglio, che deve deliberare sul bilancio per tutti i cittadini, per questa vicenda”.

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