Sondrio dall’alto.
Diverse cartoline l’hanno raffigurata nel corso degli anni. Una delle prime immagini, che mi capitò di vedere, offriva la vista di un paesino di montagna tra prati e vigneti, circondato dai monti. Le ultime foto presentano, di Sondrio, un aspetto ben diverso. Appare sempre come una cittadina minuscola (è certamente il capoluogo storico più piccolo d’Italia), ma con tutte le carte in regola per non essere considerata un semplice borgo.
Ha raggiunto ormai il corso dell’Adda, divorando i prati residui lungo le vie Vanoni e Maffei. A sud-ovest si stagliano le torri del quartiere La Piastra che, immerso nel verde di parchi e giardini, assume l’aspetto di un vero settore metropolitano. Anche verso sud est, la città si è notevolmente allargata. Moderne palazzine si rincorrono lungo nuove strade che confluiscono nelle vie Tonale e Nani. Insomma, la città si è notevolmente sviluppata dal punto di vista edilizio, pur rimanendo (più o meno) con lo stesso numero di abitanti che aveva negli anni ’60.
Se paragoniamo Sondrio a Morbegno a Tirano e a Chiavenna, ci rendiamo conto che la prima può ben portare l’appellativo di capoluogo. Non per la sua maggiore estensione, ma per l’aspetto in sé. Infatti, Sondrio appare più severa, più monumentale nelle sue piazze e nei suoi palazzi. Proprio per questo, qualcuno la considera meno bella e meno simpatica di Chiavenna e di Morbegno, che sembrano, invece, più paesane e più calde.
Quando ero bambino, mi piaceva ammirare la città dall’alto. I punti di osservazione da me più frequentati erano il Castello Grumello, il Moncucco, il Convitto e il dosso di San Lorenzo. Rimanevo sempre affascinato, soprattutto nelle belle giornate estive, quando la luce era intensa, il sole faceva brillare il verde dei prati, delle pendici montuose, dei vigneti.
Una volta, dal castello Grumello, l’amico Riccardo dichiarò: – Mio fratello grande dice che Sondrio è la Parigi delle Alpi.
Sorrisi. Il paragone, più che azzardato, mi sembrava del tutto gratuito.
Questo racconto è scritto da Giuseppe Novellino e fa parte della rubrica “Bozzetti sondriesi”.