Clamorosa protesta dei consiglieri di minoranza di Tresivio che boicotteranno il consiglio comunale non presentandosi alla seduta in programma nella serata odierna.
Risposte arroganti ed elusive
Maurizio Gianoncelli, Nicoletta Moretti e Fabio Beltramini spiegano così il loro gesto eclatante nei confronti del sindaco Fernando Baruffi e della sua giunta. “Questa decisione, che non è stata presa a cuor leggero, nasce dall’insoddisfazione rispetto al modo in cui il sindaco e la giunta stanno gestendo il dibattito democratico all’interno del nostro Comune – spiegano gli esponenti di minoranza -. Le risposte ricevute alle nostre istanze, interpellanze ed accesso agli atti sono state, troppo spesso, elusive ed arroganti, evidenziando una mancanza di rispetto per il nostro ruolo istituzionale e, di conseguenza, per il dialogo democratico che dovrebbe caratterizzare i lavori consiliari. Pur rappresentando circa 500 votanti, riteniamo che il nostro ruolo istituzionale venga costantemente svilito da una modalità di dialogo che non consente un reale dibattito. In Consiglio, le risposte alle nostre domande da parte del sindaco si limitano a interventi secchi e non discutibili, senza possibilità di approfondimento o replica”.
Inoltre – incalzano Gianoncelli, Moretti e Beltramini -, assistiamo regolarmente al silenzio assoluto dei consiglieri di maggioranza e degli assessori, lasciando che sia esclusivamente il sindaco a intervenire. Questo comportamento vanifica il principio di collegialità che dovrebbe caratterizzare il consiglio comunale come spazio di dialogo e confronto tra tutte le parti. Siamo convinti che un’amministrazione trasparente e democratica debba favorire la partecipazione attiva di tutti gli eletti, garantendo un confronto aperto e rispettoso delle diverse opinioni. Il consiglio comunale, come organo rappresentativo dell’intera comunità, dovrebbe essere il luogo dove si discute e si decide insieme, nel rispetto del mandato ricevuto dai cittadini”.
“Inoltre – così ancora i consiglieri di minoranza -, denunciamo l’abitudine ormai consolidata di portare in consiglio comunale semplici “ratifiche” di decisioni già assunte e attuate dalla Giunta. Questo approccio svuota di significato il ruolo del consiglio, che dovrebbe essere un organo collegiale in cui idee, progetti e decisioni vengono condivise e discusse tra tutte le parti per giungere a soluzioni realmente rappresentative dell’interesse comune. Sebbene nei Comuni con meno di 2000 abitanti la normativa consenta, in casi di urgenza e necessità, di adottare provvedimenti che poi devono essere ratificati dal consiglio, questa procedura deve rimanere un’eccezione e non diventare la regola. La sistematicità con cui questa modalità viene applicata nel nostro Comune non rispetta né lo spirito della legge né la dignità delle istituzioni democratiche”.
Segnale forte
“La nostra scelta di non partecipare all’ odierno consiglio comunale – concludono Gianoncelli, Moretti e Beltramini – vuole essere un segnale forte e chiaro: non possiamo accettare che il consiglio venga ridotto a un semplice organo di ratifica. Crediamo in un confronto democratico aperto e costruttivo, in cui le decisioni che riguardano la nostra comunità siano il frutto di un dialogo trasparente e partecipato”.